mercoledì 28 febbraio 2007
Alex Bueno, il Gorrión de la sierra
martedì 27 febbraio 2007
Requiem, il nuovo album dei Verdena
lunedì 26 febbraio 2007
Primo album di Biko
sabato 24 febbraio 2007
Roberto Roena, el gran bailarin
L'ultimo album di Roberto Roena, del 2006, s'intitola Señor Bongo. Per conoscere meglio El gran bailarin, qui è possibile ascoltare alcune sue canzoni in video.
venerdì 23 febbraio 2007
La musica classica indiana
giovedì 22 febbraio 2007
I Ciclon Cubano
mercoledì 21 febbraio 2007
Tinkara Kovač festeggia i 10 anni di attività con un nuovo album
lunedì 19 febbraio 2007
Wang Fei, ex regina del pop cinese
sabato 17 febbraio 2007
La palm wine music africana
Oggi purtroppo la palm wine music è in declino e l'utlimo suo esponente noto, Sooliman (S.E.) Roogie è morto nel 1994, ma tracce di questo genere si possono trovare ancora nei lavori del ghanese Daniel "Koo Nimo" Amponsah, di Super Combo e di Abdul T-Jay. Per chi volesse farsi un'idea di come è la palm wine music, questi sono alcuni video dove la si può ascoltare.
venerdì 16 febbraio 2007
Il nuovo album di Pino Daniele
giovedì 15 febbraio 2007
L'Highlife, la musica della West Africa
E' caratterizzato dall'utilizzo di più chitarre contemporaneamente che con il loro ritmo guidano le evoluzioni delle highlife bands.
Il primo autore di highlife fu E.T. Mensah, nato ad Accra, in Ghana, nel 1919, che formò la sua prima band nel 1930 e divenne il re dell'Highlife.
Nel 1948 Mensah formò l'altra band Tempos, le cui canzoni sia in inglese che nelle lingue locali del Ghana sedussero molti ammiratori fino in Inghilterra. Il 1956 fu un anno speciale per Mensah che ebbe la possibilità di duettare con Louis Amstrong in Ghana.
Nel 1960, con l'avvento della musica congolese, l'età dell'oro per la highlife volse al termine, ma Mensah continuò a produrre e diffondere highlife, cosi come del resto fecero anche altre band famose, tra cui Jerry Hansen e i suoi Ramblers International e Uhuru.
mercoledì 14 febbraio 2007
Mina lancia in rete il suo nuovo video
Il clip contiene un filamto d'animazione prodotto da Anthony LaMolinara, premio Oscar autore degli effetti speciali di Spiderman 2. Il racconto si snoda su un intreccio sentimentale che si muove in due diverse location. La prima in un vero giardino e l'altra all'interno di un piccolo museo, ideato e ricreato interamente in computergrafica.
Le riprese sono state realizzate in 35 mm sotto la guida del regista statunitense ai Giardini Segreti di Villa Borghese mentre la post produzione, con l'utilizzo di tecnologie d'avanguardia, ha richiesto un mese di lavorazione.
Mina conferma cosi di essere all'avanguardia non solo nelle sue sperimentazioni musicali, ma anche nei canali comunicativi che utilizza per i suoi "lanci".
martedì 13 febbraio 2007
"Il vuoto", ultimo lavoro di Battiato
Il tempo scorre sempre più veloce, le persone fanno sempre più cose, ma sempre meno sono capaci di riempire questo tempo e queste cose di un senso che soddisfi anche il loro cuore.
Significativo l'incipit della canzone Il vuoto:
"Tempo non c'è tempo sempre più in affanno
inseguo il nostro tempo vuoto di senso senso di vuoto
E persone quante tante persone un mare di gente nel vuoto."
Ma a cosa è dovuto questo vuoto? "Io non la farei molto lunga – dice Battiato durante l'incontro a Milano con la stampa – la prima causa è la famiglia incapace di dare una corretta educazione e poi il fatto che oggi si scambia il significato di democrazia col fare quello che si vuole".
Oltre a Il vuoto in album anche I giorni della monotonia, Aspettando l'estate, Niente è come sembra, Tiepido aprile, The game is over, Era l'inizio della primavera, Io chi sono?, Stati di gioia.
lunedì 12 febbraio 2007
Canto e declamazione nell'Hogaku
Il termine utaimono indica brani musicali in cui la musica è l'elemento principale e il testo è secondario e viene guidato dallo sviluppo della musica stessa. Altre due caratteristiche dell'utaimono sono il frequente uso di melismi (prolungamento delle vocali che vengono cantate su parecchie note diverse) e la scarsa intellegibilità del testo.
Il termine katarimono indica invece quei brani in cui è la musica a essere guidata dalle parole, e la musicalità rinuncia alla propria indipendenza a favore del significato e della forma del linguaggio; tali brani sono più vicini alla declamazione che al canto. Al contrario dell'utaimono il katarimono non prevede melismi e ha dei testi molto ben comprensibili.
sabato 10 febbraio 2007
L'Hogaku, la musica tradizionale giapponese
Questi generi differiscono tra loro ma in essi si possono rintracciare degli elementi comuni che vanno pertanto a formare la definizione di Hogaku.
Una di queste caratteristiche principali dell'hogaku è la prevalenza della musica vocale sulla musica strumentale.
Questa predilezione dei giapponesi per la musica vocale è documentabile fin dall'antichità, se addirittura nel Kojiki, il più antico documento in lingua giapponese arrivato fino ad oggi, vengono riportati i testi di 113 canti, le cui melodie sono completamente sconosciute.
L'egemonia della musica vocale è continuata fino all'epoca moderna: la produzione musicale più abbondante del periodo edo (1603-1868) è legata allo shamisen ed è quasi esclusivamente vocale.
venerdì 9 febbraio 2007
Il nuovo album di Marina Rei
Un lavoro che nasce dal desiderio di conservare una testimonianza del tour che l’ha vista impegnata la scorsa stagione.
Nell'album Marina Rei reinterpreta il suo vasto repertorio con una band composta da una sezione d’archi oltre che dalle tastiere, chitarre e, soprattutto, dalle percussioni – suonate da lei stessa.
L'esperimento centrale del progetto, arrangiato da Marina insieme ad Anton Giulio Frulio, è il tentativo di esprimere le potenzialità musicali che nascono dal contrasto tra le percussioni - sensuali e tribali - e la classicità degli archi, tra il suono melodioso del pianoforte e quello della chitarra elettrica, spinta alle soglie della psichedelia.
Questa la lista intera dei brani contenuti nell'album: I miei complimenti, Fammi entrare, Noi, Inaspettatamente, T’innamorerò, Continui, Al di là di questi anni, Song je, Un inverno da baciare, La parte migliore di me, Quello che non c’è, Maestri sull’altare, Colpisci, Le stelle.
giovedì 8 febbraio 2007
Il nuovo album di Patrick Wolf
Il nuovo album avrà come titolo 'The Magic Position' e sarà pubblicato dalla Polydor/Universal.
Sul blog personale di Patrick Wolf, http://myspace.com/officialpatrickwolf, si possono sentire i primi due singoli dell'LP: Accident & Emergency e Bluebells.
Oltre a questi due brani, in scaletta ci saranno anche Overture, The Magic Position, The Bluebell, Magpie, The Kiss, Augustine, Secret Garden, Get Lost, Enchanted, The Stars, Finale.
mercoledì 7 febbraio 2007
Il "viaggio" del Soukous negli anni '70
Quando negli anni '70 la situazione politica del Congo si deteriorò, alcuni gruppi musicali si trasferirono in Tanzania e in Kenya.
In Kenya esplose la cavacha, una danza che divenne una vera e propria mania nell'Africa orientale e centrale.
Alcune bands congolesi, come gli Zaiko Langa Langa e l'Orchestra Shama Shama, registrarono diverse canzoni al ritmo della cavacha andando a influenzare profondamente la musica kenyota.
Nairobi divenne un po' il centro delle nuove bands provenienti dalla storia del soukous, e verso la fine degli anni '70 la Virgin realizzò due progetti da cui scaturirono due lp molto importanti di due altrettanto importanti gruppi tanzano-congolesi, l'Orchestra Makassy e la Super Mazembe.
Una delle canzoni di questo album fu Shauri Yako ("è un problema tuo"), in Swahili, che divenne una hit di successo in Kenya, Tanzania e Uganda.
Più o meno intorno allo stesso periodo, il cantante congolese Samba Mapangala e il suo gruppo "Orchestra Virunga" realizzò l'lp Malako, che contribuì a formare in Europa quel panorama della world music che tanto successo ebbe poi negli anni '80, e che portò il Soukous anche al di qua del Mediterraneo.
martedì 6 febbraio 2007
Il Soukous negli anni '50 e '60
Dal momento che in molti interpreti del soukous l'influenza della rumba era divenuta molto forte, alcuni giovani musicisti congolesi sperimentarono nuovi percorsi musicali per ridurre il ruolo della rumba, cercando una contaminazione con il rock'n roll.
Nel 1969 si formò il gruppo Zaiko Langa Langa. Con la loro energia e il loro ritmo essi fecero tendenza e da questa esperienza nacque la band Empire Bakuba che, con Papy Tex, divenne presto il giovan gruppo più famoso di Kinshasa.
Altri grandi del soukous in quel periodo furono Koffi Olomide, Tshala Muana e Wenge Musica.
Ormai il soukous s'era diffuso in tutta l'Africa e andò a influenzare tutti i ritmi della moderna musica popolare africana.
lunedì 5 febbraio 2007
Le origini del Soukous
Il soukous è la musica popolare più famosa del Congo. I gruppi musicali che eseguono il soukous sono composti da bassi, chitarre, strumenti a fiato e a percussione.
Il genere del soukous è nato negli anni ’30 e ’40, quando alcuni musicisti congolesi fusero insieme musica tradizionale congolese e, più in generale, africana, con le musiche tipiche del Sud America e dei paesi caraibici. Proprio perché nato da questa fusione, il soukous viene anche chiamato african rumba.
Il primo grande interprete del soukous fu Antoine Kolosay, conosciuto come Papa Wendo, che portò il soukous anche in Europa e in Nord America negli anni ’40 e ’50.
In quei due decenni ci furono soprattutto due bands a spopolare in questo genere musicale: i Grand Kalle & l’African Jazz guidati da Joseph Kabasele Tshamala, e gli OK Jazz (più tardi TP OK Jazz), guidati da Francois Luambo Makiadi.
domenica 4 febbraio 2007
Manu Dibango suona Sidney Bechet
Per i suoi cinquant'anni di carriera, Manu Dibango, famoso musicista della Black Music, esce con un omaggio a Sidney Bechet. E’ infatti appena uscito un album di tributo al grande musicista di New Orleans, realizzato con il vibrafonista Dany Doriz.
Manu Dibango è nato nel
Nel 1972 il suo primo vero successo, Soul Makossa, parte di quella musica che doveva andare a costituire l’inno dell’ottava Africa Football Cup.
Da quell’anno un ininterrotto flusso di produzione musicale. Tra i suoi album ricordiamo Ambassador, Abele Danse, AfriJazzy, Negropolitaines, Wakafrica, Cubafrica.
Manu Dibango è stato definito il “Miles Davis della World Music” dal magazine americano Blue Music (1994). Di tutti gli artisti africani è uno dei più “smaliziati”, con i suoi saxes dai colori improbabili, gli eterni occhiali neri, la sua risata profonda e contagiosa.
E’ sempre stato un musicista che nel suo lavoro ha cercato di gettare ponti, ponti culturali tra i continenti e ponti musicali tra tradizione e suoni del futuro.