giovedì 25 giugno 2015

Guayo Cedeño, grande chitarrista hondureño

E' considerato uno dei pià grandi chitarristi dell'America Centrale, il suo nome è Ramón Eduardo Cedeño, ma è conosciuto come Guayo Cedeño, e viene dall'Honduras. La sua passione per la musica c'era già fin da piccolo, quando andava ad ascoltare il gruppo del padre, i Los Robbins, suonare nei locali di La Ceiba. Poi man mano Guayo Cedeño ha preso per mano il suo talento e la sua passione e ha cominciato a farsi conoscere con la sua chitarra, prima in terra hondureña, e poi internazionalmente, grazie alle esibizioni e agli album fatti con artisti come Andy Palacio & The Garifuna Collective e Aurelio Martine. Fino a che è arrivata la decisione di andare per la propria strada e realizzare il primo album da solista, che si intitola Coco Bar. Attualmente Guayo Cedeño si fa accompagnare da altri due musicisti, Carlos Cedeño alla batteria e Emilio Alvarez, al basso; insieme vanno a formare il trio Guayo Cedeño & Coco Bar, che offre agli ascoltatori un repertorio musicale che va dal rock al jazz, passando per la musica lounge latina. Per chi volesse conoscere più da vicino Guayo Cedeño, questo è il suo sito, mentre qui lo si può ascoltare e vedere all'opera in alcuni video.

mercoledì 24 giugno 2015

Il Gruppo Folclorico Firlinfeu "La Brianzola", la musica tradizionale della Brianza

Il loro nome è Gruppo Folclorico Firlinfeu "La Brianzola" ed è un gruppo di 35 membri suddivisi tra musicisti, ballerini e cantanti. Si tratta di uno dei gruppi brianzoli più antichi di questa zona della Lombardia, essendo stato fondato nel 1858. Il gruppo si ispira agli usi e costumi della tradizione agricola del 1600, tant'è che gli abiti tradizionali che essi indossano durante le loro esibizioni si rifanno agli abiti della festa dei contadini brianzoli del 1600. Loro fonte di ispirazione è anche il romanzo del Manzoni I Promessi Sposi, che vede la Brianza come luogo in cui si svolge la maggior parte degli eventi proprio nel 1600. Un elemento caratteristico di questo gruppo è lo strumento che suonano i suoi musicisti, che si chiama firlinfeu, o zufolo di canne o flauto di Pan. Il firlinfeo, il cui nome poi viene attribuito anche a chi lo suona, è uno strumento a fiato con tante canne di bambu verticali di diversa lunghezza unite insieme orizzontalmente da altri due pezzi di bambu. Questo strumento viene prodotto artigianalmente ancora oggi prelevando il bambu dalle zone paludose dei laghi brianzoli. E al firlinfeu si deve proprio l'origine del gruppo, in quanto nel 1858 fu proprio per trovarsi a suonare questo strumento che alcune famiglie di Porchera, frazione di Olgiate Molgora, in provincia di Lecco, si unirono insieme e formarono il primo abbozzo del futuro Gruppo Folclorico Firlinfeu "La Brianzola", nome ufficiale che il gruppo si diede nel 1946. Il repertorio del gruppo è costituito principalmente da musiche tradizionali e canti popolari della Brianza, che vanno dal 1600 al 1900, e che i contadini nei campi e le donne in filanda cantavano per far passare più velocemente il tempo di lavoro. Al suo attivo il gruppo ha diverse partecipazioni a festival, sagre e concerti in tutta Italia, in molti paesi europei e negli USA. Per chi volesse conoscere meglio il Gruppo Folclorico Firlinfeu "La Brianzola", questo è il loro sito, mentre qui è possibile vedere in video alcune loro esibizioni.

martedì 23 giugno 2015

I Setamoneta, la musica tradizionale del sud della Toscana

Seta moneta sono le due parole con cui inzia un'antica filastrocca famosa nel sud della Toscana, e proprio queste due parole sono state prese a prestito da alcuni artisti toscani per dare il nome al proprio gruppo, che intende riproporre i canti e le musiche della tradizione popolare del sud della Toscana. Il gruppo è composto da Silvio Trotta, chitarra acustica, chitarra battente e mandolino, Massimiliano Giannelli, fisarmonica, Stefano Tartaglia, flauti, Michela Fracassi, violino e viola, e dalle due voci, Claudio Bigliazzi e Cosetta Batignani. Nel repertorio dei Setamoneta ninne nanne, canti di lavoro e canti della festa, tutti brani tramandati oralmente di generazione in generazione, e spesso senza accompagnamento musicale; accompagnamento che viene aggiunto dal gruppo toscano senza però alterare i testi e le melodie originarie. I Setamoneta hanno partecipato a numerosi festival di musica etnica sia in Italia che all'estero e hanno pubblicato diversi album, di cui l'ultimo è intitolato La Luna, che è del 2012. Per chi volesse conoscere meglio i Setamoneta, qui è possibile trovare il cd La Luna, mentre qui è possibile ascoltare in video alcune canzoni del gruppo toscano.

lunedì 22 giugno 2015

Frank Yamma, importante cantautore aborigeno australiano

Frank Yamma è un'importante cantautore australiano che appartiene al popolo dei Pitjantjatjara, un popolo che oggi conta circa 4.000 membri e che vive soprattutto nel deserto dell'Australia centrale. Lui scrive le sue canzoni, le canta nel suo dialetto, il Pitjatjatjara appunto, o in inglese, e le accompagna con il suono della sua chitarra; attraverso di esse egli porta in musica le storie del suo popolo, storie di sofferenze ma anche tante storie d'amore. Frank Yamma ha al suo attivo 2 album: Countryman, del 2010, e Uncle, del 2014, e numerosi concerti e partecipazioni a festival in varie parti del mondo: Canada, USA, UK, Repubblica Ceca, Slovenia, e Spagna oltre che Australia ovviamente. Per chi volesse conoscere meglio Frank Yamma, questo è il suo sito, qui è possibile trovare i suoi cd, mentre questi sono i video dove si possono ascoltare molte sue canzoni.

sabato 20 giugno 2015

El Gusto, la musica chaabi dell'Algeria fatta da ebrei e musulmani

Avevano frequentanto il primo corso di musica chaabi al Conservatorio municipale di Algeri più di 50 anni fa, poi la vita e le guerre li avevano separati, e nel 2007 si sono reincontrati ed hanno messo insieme un'orchestra di 20 elementi. Loro si chiamano El Gusto e sulla loro storia molto particolare è stato girato anche un documentario. Sono sia musulmani che ebrei, e fanno musica chaabi algerina, da non confondersi con la chaabi egiziana e marocchina; chaabi è infatti una parola che significa popolare, e quindi in ogni paese si è evoluta nel tempo una musica popolare specifica. La chaabi algerina è nata negli anni '20 del secolo scorso mettendo insieme diverse influenze musicali, dalle sonorità della musica berbera ai ritmi andalusi, da cui proviene anche il flamenco, alle canzoni più di carattere religioso. All''inizio questo tipo di musica era la musica della casbah e dei quartieri più popolari di Algeri, e solo più tardi è diventata la musica di tutti gli algerini. Colui che è considerato il fondatore della musica chaabi d'Algeria si chiama El Hadj Mohammed El Anka, detto semplicemente El Anka. Ma ritornando all'orchestra El Gusto, essi hanno al loro attivo innumerevoli concerti in giro per il mondo e due album, uno nel 2007 e intitolato Abdel Hadi Halo & The El Gusto Orchestra of Algiers, e uno del 2012, intitolato El Gusto Soundtrack. Per chi volesse approfondire la propria conoscenza sull'orchestra El Gusto e sulla loro musica, questo è il loro sito, qui si possono trovare i loro cd, mentre questi sono alcuni video dove li si può ascoltare e vedere all'opera.

venerdì 19 giugno 2015

Ethiocolor, gruppo di musiche e danze tradizionali d'Etiopia

Ethiocolor è un gruppo di musicisti e ballerini che porta in giro per il mondo le musiche e le danze tradizionali dell'Etiopia rivisitate con creatività, ma rimanendo fedeli alla loro identità. Il gruppo è nato nel 2009 da un'idea di Melaku Belay, uno dei migliori ballerini d'Etiopia, che aveva il desiderio di rendere viva e appassionante l'eredità musicale del suo paese. Gli spettacoli del gruppo Ethiocolor sono un vero e proprio viaggio musicale e culturale per tutta l'Etiopia, per offrire agli spettatori le diverse musiche e le diverse danze che si trovano nelle diverse regioni del paese etiope. Si parte dalla musica degli altipiani di Gojjam, Wollo, Tigray e Gondar, dove si balla una danza particolare eseguita principalmente con le spalle e chiamata eskista, si passa poi ai ritmi veloci delle regioni centrali abitate dai somali e dagli afar, per finire nelle terre meridionali dell'Etiopia con le musiche e le danze delle etnie Wolaita, Guraghé e Konso. A dare il ritmo a tutte queste musiche e danze vi sono gli strumenti tradizionali etiopi, come il kirar (o krar), una sorta di lira, il basso kirar, il washint, il flauto locale, il kebero, tamburo tradizionale, e il masenqo, strumento a una corda. I membri del gruppo Ethiocolor sono le voci Nardos Tasfaw, Hawa e Selamnesh Zemene, i ballerini Melaku Belay, Zinash Tzegaye, Frehiwot, e Dagim, poi abbiamo Endres Hassen, al masenqo, Fasika Hailu, al kirar, Anteneh Teklemariam, al basso kirar, Yohannes Afework al washint e Misale Legesse al kebero. Per chi si dovesse trovare ad Addis Abeba, gli Ethiocolor si possono vedere ogni venerdi alla Fendika Azmari Bet, locale di proprietà di Melaku Belay. Per chi volesse approfondire la conoscenza degli Ethiocolor, questa è la loro pagina web, mentre qui è possibile ascoltarli e vederli all'opera in alcuni video.

giovedì 18 giugno 2015

Dzambo Agusev, grande trombettista della musica balcanica

Sia suo padre che suo zio erano grandi suonatori di tromba, e cosi per Dzambo Agusev (Djambo Ozden) la tromba è stato il suo pane quotidiano fin da piccolo. Nato a Strumica, nella regione orientale della Mcedonia, nel 1987, fin da bambino, quando la famiglia s'era trasferita in Germania, il sogno di Dzambo Agusev era quello di entrare nell'orchestra del padre, e cosi fu. Una volta tornato in Macedonia, ecco un altro sogno, quello di entrare nell'orchestra dello zio, che era considerato uno dei migliori trombettisti della Macedonia. Il desiderio era cosi forte che, ancora bambino, Dzambo non faceva altro che esercitarsi con la tromba, seguendo le indicazioni dello zio per migliorare la sua tecnica e il suo stile; addirittura egli prese la decisione di andare a dormire nella casa dello zio, pur di stargli il più vicino possibile e il più a lungo possibile. E a 11 anni anche questo sogno si realizzò: Dzambo ottenne di entrare a suonare nell'orchestra dello zio come terzo trombettista. E l'inserimento nell'orchestra dello zio contribuì ad accrescere ulteriormente il talento del giovane trombettista macedone. Dzambo Agusev vinse per 6 volte di fila la competizione per trombettisti Kumanovo Trumpet Fest, poi vinse nella gara di Pehcevo, prima di arrivare a Guca, dove si svolge una delle più famose competizioni tra trombettisti di tutti i Balcani; e anche lì, Dzambo vinse alla prima partecipazione. Ormai i tempi erano maturi per formare una propria orchestra e cosi fu: nacque la Dzambo Agusevi Orchestra, un ensemble formato da 11 elementi, di cui 4 trombe. Con la sua orchestra Dzambo Agusev è già andato in tour anche fuori dalla Macedonia, in Turchia, in Australia, in Messico e in alcuni paesi europei. Al suo attivo questo trombettista macedone ha anche un cd, pubblicato all'età di 11 anni, che s'intitola Jumbo 11. Per sentire suonare Dzambo Agusev e la sua orchestra, è possibile guardare questi video, mentre per conoscere più da vicino questo personaggio è possibile visitare il suo sito.

mercoledì 17 giugno 2015

I Liguriani, la musica tradizionale della Liguria

Il loro nome già dice tutto su quello che è il cuore del loro repertorio: la musica tradizionale ligure. Loro si chiamano infatti Liguriani e sono un gruppo formato da 5 unità: Fabio Viale, vocee violino, Fabio Rinaudo, cornamusa, Filippo Gambetta, organetto e mandolino, Michel Balatti, flauto traverso, e Claudio De Angeli, chitarra. Questi 5 artisti sono andati a cercare nella tradizione della loro terra quelle musiche e quei brani che costituiscono un po' l'anima storica di questa regione, e cosi nelle loro esibizioni si possono ascoltare ballate regionali, brani tradizionali in rigoroso dialetto ligure e musiche da ballo come bisagne, alessandrine e perigordini, che sono tipiche del cosiddetto territorio delle 4 province, che comprende Genova, Alessandria, Pavia e Piacenza. Tutta questa musica tradizionale ligure i Liguriani la suonano rimanendo fedeli alla tradizione e nello stesso tempo dando quella rilettura propria che rende il tutto più accessibile alle orecchie degli ascoltatori di oggi. I Liguriani hanno partecipato a numerosi festival e concerti non solo in Italia, ma anche in altri paesi d'Europa, come Scozia, Germania, Spagna, Belgio e Svizzera, e hanno al loro attivo 2 album: Suoni dai mondi liguri, del 2011, e Stundai, del 2014.Per chi volesse conoscere più da vicino questo gruppo ligure, questo è il loro sito, qui si possono trovare i loro cd, mentre qui è possibile ascoltarli e vederli in video durante alcune loro esibizioni.

martedì 16 giugno 2015

I Count Drachma, la maskanda che viene da Oxford

La maskanda è una musica tipica degli zulu del Sud Africa, ma c'è anche un gruppo europeo che la suona. Si chiamano Count Drachma e vengono niente popo' di meno che da Oxford. Come si spiega questa curiosità? Cosi: che due dei 4 componenti la band sono 2 fratelli originari del Sud Africa, Oli e Rob Steadman, che quando hanno frequentato la scuola superiore, oltre all'inglese, hanno imparato anche la lingua degli zulu e che sono stati fin da ragazzi appassionati della musica maskanda. E così si sono portati ad Oxford la loro passione e hanno cercato di farne il loro principale hobby, insieme ad altri due compagni di strada trovati nella cittadina della prestigiosa università inglese, Zander Bad-zad e Kirini Köpche. Nel repertorio dei Count Drachma vi sono sia canzoni tradizionali maskanda da essi interpretati talvolta con ritmi più moderni, sia brani scritti da loro, ma legati sempre alla cultura del Paese natale dei fratelli Steadman. Per conoscere meglio i Count Drachma, questo è il loro sito, mentre qui si possono ascoltae alcune loro canzoni in video.

lunedì 15 giugno 2015

Cheikh Lô, un viaggio nella musica africana

La sua carriera musicale la si può deifnire un viaggio che gli ha permesso di toccare, suonare e cantare diversi generi musicali tipici del continente africano. Lui si chiama Cheikh N'Digel Lô, ma per tutti è Cheikh Lô ed è nato in Burkina Faso da genitori senegalesi. Il primo genere musicale che questo artista interpreta è la musica tradizionale del Burkina Faso, nell'Orchestre Volta Jazz, che fa anche musica congolese e musica pop cubana. Trasferitosi in Senegal all'età di 22 anni, Cheikh Lô entra a suonare in diverse band di mbalax, una musica tradizionale del Senegal e qualche anno più tardi muove alla volta di Parigi, dove incide le sue prime canzoni e, grazie all'aiuto di Youssou N'Dour, incide il suo primo album Ne La Thiass, dove inizia a prendere forma uno stile proprio di questo cantante, che risulta essere un mix tra mbalax, soukous e reggae, cui poi si aggiungeranno anche influenze musicali brasiliane. A questo primo album ne seguono altri 3: Bambay Gueej, del 1999, Lamp Fall, del 2005, e Jamm, del 2010. Per chi volesse conoscere meglio Cheikh Lô e la sua musica, qui è possibile vedere i video con molte sue canzoni.

sabato 13 giugno 2015

Ruggero Artale, il percussionista romano che ama i ritmi africani

Ruggero Artale è di Roma, dove è nato nel 1961, ed è qui che muove i primi passi come percussionista, ma il suo cuore presto vola verso l'Africa e i suoi ritmi. Una volta diplomatosi in Strumenti e Percussioni, Ruggero si muove alla volta di Venezia, dove, all'I.I.M.C. (Istituto Internazionale di Musica Comparata) frequenta i corsi di musica etnica, sia italiana che africana. Intanto approfondisce la sua conoscenza dei ritmi africani sia con viaggi nel continente africano sia con seminari dove approfondisce anche la componente più teorica della musica africana. Non pago delle proprie conoscenze musicale, Ruggero Artale si iscrive al D.A.M.S. di Bologna, dove si laura con una tesi in etnomusicologia. Tutto questo percorso musicale ha portato questo musicista romano a padroneggiare più strumenti a percussioni, di cui molti d'origine africana, tra il djembe e il dun dun, il cosiddetto tamburo parlante. A oggi ha collaborato con molti artisti e alla realizzazione di 10 album: Modern Big Band, di Ruggero Iacoucci, del 1987, Piano e bit, di Ernesto Vitolo, del 1992, RCA, una compilation cui hanno partecipato artisti del calibro di Lucio Dalla e Teresa De Sio, Babyra Soul, del gruppo omonimo, del 1995, Momenti, di Alessandro D'Aloia, del 1996, Intermittenze del cuore, di Claudio Lolli, sempre del 1996, Alzete, di Enzo Avitabile, del 1997, Buena Suerte, di Federico Troiani, sempre del 1997, Jean's High Life, del gruppo Potter Percussion, del 1998, e World Percussion, del gruppo omonimo, del 2000. Attualmente Ruggero Artale suona percussioni nel gruppo Potter Percussion Group e dirige la Ruggero Artale Afro Percussion Band e Orchestra. Oltre al lavoro discografico questo artista romano porta avanti anche un'intensa attività didattica in quanto insegna percussioni presso la scuola di musica di Roma Blue Note, e organizza seminari di percussioni in Italia, Spagna e Austria. Per chi volesse conoscere meglio Ruggero Artale e la sua attività musicale, questo è il suo sito, mentre qui lo si può vedere all'opera e ascoltare in video in alcune esibizioni.

venerdì 12 giugno 2015

Emily Smith, la musica popolare scozzese

Nata nel 1981 a Thornhill, una piccola cittadina nell'area di Dumfries e Galloway, in Scozia, Emily Smith è cresciuta immersa nella musica, dato che sua madre era un'insegnante di danza e lei passava molto tempo a ballare nella scuola di danza della mamma. A 7 anni ha iniziato a suonare il pianoforte, per poi passare alle percussioni nella piccola band della cittadina scozzese, e arrivare a scoprire la sua vera passione, la fisarmonica. Ma oltre allo strumento, Emily Smith ha dalla sua anche una voce di qualità, che scoprì cantando alcuni assolo nel coro della sua scuola. Nel 1999, diventata ormai maggiorenne, andò a vivere a Glasgow, dove ottenne una laurea in musica scozzese alla Royal Scottish Academy of Music and Drama. Nel repertorio di Emily Smith vi sono sia vecchie canzoni della musica tradizionale scozzese, sia canzoni scritte da lei. Questa cantautrice scozzese, che nel frattempo ha sposato il chitarrista e suonatore di fiddle Jamie McClennan, oggi ha dalla sua 5 album come solista: A different life, del 2005, Too long away, del 2008, Traiveller's joy, del 2011, Ten years, del 2013, e Echoes, del 2014; inoltre ha pubblicato con il marito l'album Adoon winding nith, del 2009. Oltre agli album, numerosi sono stati i premi ricevuti da questa artista scozzese, cosi come innumerevoli i concerti e le tournée fatte non solo in Scozia, ma anche in altri Paesi d'Europa, in Australia, in Russia, in Canada e in Nuova Zelanda. Per chi volesse conoscere più da vicino Emily Smith, questo è il suo sito, qui si possono trovare i suoi cd, mentre qui si possono ascoltare in video molte sue canzoni.

giovedì 11 giugno 2015

Ilé, il nuovo album di Omar Sosa

Si chiama Ilé il nuovo album di Omar Sosa, e rappresenta un ritorno al latin jazz che costituiva il repertorio principale di qusto musicista di origine cubana nel periodo della sua prima formazione musicale a Cuba, tra gli anni '80 e '90 del secolo scorso. Ilé non a caso significa patria nella lingua yoruba dell'Africa occidentale, oggi ancora viva nel dialetto lucumì che si parla in alcune zone di Cuba, e il disco non a caso riporta tutte le influenze afro-cubane che hanno infarcito l'inizio della carriera musicale del musicista cubano. Nell'album la presenza di altri 3 artisti al fianco di Omar Sosa: Ernesto Simpson, alla batteria, Leandro Saint-Hill, al sax, flauto e clarinetto, e Childo Tomas, al basso, per formare quello che viene chiamato il Quarteto AfroCubano. Oltre ad essi altri artisti ancora hanno collaborato alla realizzazione di alcune canzoni: Pedro Martinez, Marvill Sewell, Yosvany Terry, Eladio "Don Pancho" Terry, Kokayi e José "El Salao" Martin. Ma ecco la tracklist completa del nuovo album:
1. A Love Lost
2. Momento I
3. 4U
4. Mentiras Enemigas
5. Momento II
6. D Vuelta
7. Old Afro A aba
8. Dame La Luz
9. Momento III
10. Sad Meeting
11. Momento IV
12. La Tarde
13. Mi Conga
14. A Love Lost Reprise
Qui è possibile trovare il nuovo cd di Omar Sosa.

mercoledì 10 giugno 2015

Gli Ajinai, la musica tradizionale della Mongolia mixata con sonorità moderne

Si chiama Ajinai ed è un gruppo con base a Pechino creato nel 2009 da musicisti provenienti da diverse zone della Cina. Intento degli Ajinai è quello di contribuire a far conoscere la musica tradizionale della Mongolia al grande pubblico, cinese e mondiale, mixandola con sonorità e ritmi moderni. Due dei 4 membri del gruppo sono proprio originari delle vaste praterie che si estendono nella parte più interna della Mongolia: il fondatore della band, che si chiama Hugejiletu, che canta e suona il morin khuur e altri strumenti tipici della Mongolia, e Buren Bayar, che suona la batteria; Li Zhiwei, chitatta elettrica, viene invece da una prefettura autonoma mongola della provincia dello Xinjiang, mentre Qiu Weiming, basso, e Aoergula, voce, vengono da due zone diverse della Cina. Tutti questi artisti vengono da esperienze musicali differenti ed hanno quindi una formazione e dei gusti musicali specifici, ma questo, lungi dall'essere un problema, è anzi un elemento di ricchezza del gruppo, ed è ciò che contrassegna in maniera distintiva lo stile musicale della band. Lo strumento principale suonato nel gruppo è il morin khuur, conosciuto anche come il violino con il muso di cavallo, che è forse lo strumento più importante della Mongolia e uno dei simboli del Paese; insieme ad esso nel gruppo si suonano anche il tobuxiur, un altro strumento tipico della Mongolia, con 2 corde e simile al banjo, alcuni flauti di origine mongola, l'arpa ebraica, oltre al basso, alla chitarra elettrica e alla batteria. Al centro del repertorio del gruppo c'è il famoso canto di gola, il khoomei, tipico della tradizione musicale mongola. Sia lo strumento morin khuur sia il khoomei hanno la caratteristica di richiamare i suoni della natura, e le canzoni degli Ajinai spesso trattano il tema del rispetto della natura, oltre che del rispetto che gli esseri umani dovrebbero avere tra loro. Ad oggi gli Ajinai hanno realizzato un album, Synthesis, del 2012, e si sono esibiti in diversi festival e concerti in Cina, cosi come in altre parti dell'Asia, in Europa e negli USA. Per chi volesse approfondire la propria conoscenza degli Ajinai, qui è possibile vederli e ascoltarli in alcuni video.

martedì 9 giugno 2015

Alfio Antico e i suoi 70 tamburi

Fino a 18 anni ha fatto il pastore e ha vissuto gomito a gomito con la cultura contadina della propria terra, il siracusano, in Sicilia. Da bambino sentiva soprattutto due suoni: quelle delle 600 campane del suo gregge e quello del tamburello che suonava sua nonna. Il suo nome è Alfio Antico e la sua caratteristica è di avere 70 tamburi tutti costruiti da sé, ben intarsiati e decorati con figure di divinità agresti, segni di una cultura antica e sempre presente. Ormai ragazzo, inizia a suonare e cantare per le strade delle città siciliane per poi andare a Firenze, dove s'incontro spesso, in Piazza della Signoria, con gli altri emigrati del meridione d'Italia. Al ritmo dei suoi tamburi Alfio unisce la sua vena poetica, producendo e cantando dei brani in rigoroso dialetto siciliano. Ad oggi Alfio Antico ha al suo attivo 4 album: Anima 'ngignusa, del 2000, Supra Mari, del 2003, Viaggio in Sicilia, del 2005 e Guten Morgen, del 2010. Nella sua carriera musicale ha collaborato con artisti del calibro di Fabrizio De Andrè, Eugenio Bennato, Lucio Dalla, Vinicio Capossela e Carmen Consoli, solo per citarne alcuni, partecipando ad innumerevoli esibizioni, concerti e progetti musicali. Per chi volesse conoscere più da vicino Alfio Antico, questo è il suo sito, qui si possono trovare i suoi cd, mentre questi sono alcuni video dove lo si può ascoltare e vedere all'opera con i suoi tamburi.

lunedì 8 giugno 2015

Estratosférica, il nuovo album di Gal Costa

E' uscito Estratosférica, il 34°album di Gal Costa, la cantante brasiliana esponente del Tropicalismo. L'album presenta 14 brani, tutti inediti, e si apre con un rock autobiografico intitolato Sem Medo Nem Esperança, scritto per Gal Costa dal poeta Antonio Cicero. Il singolo di lancio dell'album è invece Quando Você Olha Pra Ela, una canzone d'amore scritta da Mallu Magalhães. Tra i compositori che hanno scritto i brani cantati da Gal Costa in questo nuovo album vi sono anche Caetano Veloso, Milton Nascimento, Tom Zé, João Donato, Thalma de Freitas, Junio Barreto, Tom Zé, Arnaldo Antunes e Marisa Monte. Ecco la tracklist completa dell'album:
1. Sem Medo Nem Esperança 
2. Jabitacá
3. Estratosférica
4. Ecstasy 
5. Dez Anjos
6. Espelho D'Água 
7. Quando Você Olha Pra Ela
8. Por Baixo
9. Casca
10. Muita Sorte
11. Amor Se Acalme 
12. Anuviar
13. Você Me Deu
14. Ilusão À Toa            
Qui è possibile trovare il nuovo album di Gal Costa.

domenica 7 giugno 2015

Deconstruction, il nuovo album di Pino Forastiere

Si chiama Deconstruction il nuovo album del virtuoso della chitarra Pino Forastiere. E' il nono album per il musicista di Latronico e il primo realizzato tutto da sé. E' un album breve, che dura solo una trentina di minuti, e con brani piuttosto lenti, quasi come a ridare importanza al silenzio tra le note, come si può notare molto nel brano che dà il titolo all'album, e a riflettere con calma e serenità sulla musica in generale, quella presente e quella passata. Ascoltando i brani si può notare un suo omaggio alla musica barocca, in Time present and time past, e un omaggio alla sua città natale, nel brano In a sunny small town. Ma ecco la tracklist completa dell'album Deconstruction:
1. Echoes
2. Lines
3. In the temple of my imagination
4. Time present and time past
5. In a sunny small town
6. This age
7. Go, go, go, said the bird
8. Deconstruction
Qui si può trovare il nuovo album di Pino Forastiere.

sabato 6 giugno 2015

Riccardo Tesi, grande interprete della musica tradizionale della toscana e di tante altre regioni del mondo

E' partito dalla tradizione musicale toscana per poi arrivare a incrociare nella sua carriera altre musiche tradizionali quali quelle di altre regioni d'Italia, quelle basche, quelle malgasce, quelle inglesi e quelle francesi. Il suo nome è Riccardo Tesi, compositore e musicista toscano che ha iniziato la sua carriera alla fine degli anni '70 del secolo scorso a fianco di Caterina Bueno, una cantante ed etnomusicologa toscana molto importante per le sue ricerche sulla musica popolare soprattutto del centro-Italia. Attraverso numerosissime collaborazioni con gruppi o singoli cantanti, il percorso musicale di Riccardo Tesi è stato un progressivo arricchimento della sua conoscenza di diverse tradizioni musicali. Nel 1992 ha fondato il gruppo Banditaliana, mentre nel 2012 ha fondato il progetto Cameristico, dove il suo organetto diatonico si unisce al suono classico di violoncello, pianoforte e clarinetto. Attualmente, oltre che suonare come solista il suo organetto diatonico, è membro de I Samurai, quintetto internazionale di organetti, suona nel trio di organetti tutto italiano Triotonico, e in duo con Mauro Palmas e Maurizio Geris. Al suo attivo fino a oggi, una ventina di lavori discografici, da Il ballo della lepre, del 1981, il primo album in Italia interamente dedicato all'organetto diatonico, a Maggio, del 2014, passando per Un ballo liscio, del 1994, dedicato alla musica da ballo italiana, Acqua, foco e vento, del 2000, dedicato alla musica tradizionale pistoiese, Crinali, del 2006, una reinterpretazione della musica tradizionale dell'Appennino bolognese, Sopra i tetti di Firenze, del 2010, un omaggio a Caterina Bueno, e tanti altri ancora. Numerosi sono stati i premi e i riconoscimenti per questo musicista toscano, e i progetti musicali a cui ha collaborato. E oltre all'attività come musicista, Riccardo Tesi porta avanti anche un'intensa attività didattica, soprattutto sull'organetto diatonico, ma anche su altri strumenti tradizionali italiani. Per chi volesse conoscere più da vicino quest'artista toscano, questo è il suo sito, qui si possono trovare i suoi cd e quelli a cui ha collaborato, mentre qui è possibile ascoltarlo e vederlo in azione in alcuni video.

venerdì 5 giugno 2015

La ranchera, musica tipica del Messico

La parola ranchera deriva da rancho, la vecchia casa di campagna del Messico rurale, perché è qui che queste genere musicale è nato, nel XIX secolo, e si è sviluppato, durante e dopo la rivoluzione messicana iniziata nel 1910. Una canzone di ranchera ha una struttura ben definita, con un preludio strumentale, il canto di una strofa, il canto del ritornello, seguito da un'altra parte strumentale, il canto di due strofe, il canto di nuovo del ritornello e una chiusura cantata. I contenuti delle canzoni di ranchera erano all'inizio relativi al contesto in cui essa è nata e si è evoluta; riguardavano quindi la vita contadina, la natura, la famiglia e storie popolare relative alla rivoluzione messicana; col tempo hanno preso il netto predominio ranchere più romantiche relative a storie d'amore. Vi sono anche dei sottogeneri dela ranchera, che sono il huapango, il bolero ranchero e il corrido. Tra i cantautori più noti di ranchera vi sono José Alfredo Jimenez, Antonio Aguilar, Vicente Fernandez e Javier Solis, mentre alcuni brani famosi di ranchera sono Amanecí en tus brazosElla, El siete mares, Pa' todo el año, Si nos dejan di José Alfredo Jimenez, La puerta negra e Un puño de tierra di Antonio Aguilar, De que manera te olvido, Noches eternas, Por tu maldido amor, e Volver, volver di Vicente Fernandez, Media vuelta, Payaso, e Poco a poco di Javier Solis. Qui è poi possibile vedere altri video con altre ranchere ancora.

giovedì 4 giugno 2015

Il semba, musica tipica dell'Angola

La parola semba deriva dal termine angolano masemba, che vuol dire tocco di pance; questo perché nel ballo della semba, c'è un figura prevalente su tutte le altre, che consiste, per le coppie che la ballano, prima nell'allontanare le due pance e poi nel riavvicinarle frontalmente facendo un vero e proprio tocco di pance. Questo significa il semba, genere musicale tipico dell'Angola, che è considerato il progenitore di altri generi forse un po' più conosciuti come la kizomba e il kuduro. A livello di genere musicale, i testi del semba possono riguardare sia fatti della vita quotidiana, sia importanti occasioni sociali come il matrimonio o le feste private, sia eventi politici; un tratto che caratterizza questo genere musicale in tutti i suoi temi è lo stile ironico e satirico con cui racconta i contenuti dei brani; insomma, sia che questi contenuti siano tristi o allegri, alla fine chi ascolta semba e capisce l'angolano tende più al sorriso che alla lacrima. Per quanto riguarda la danza del semba, essa è una danza di coppia, ma che spesso diventa anche una danza di gruppo, dove le coppie, che ballano abbracciate e tenendosi per mano, si riuniscono a formare un cerchio per ballare tutti insieme; un'altra caratteristica del samba è che la singola coppia si diverte ogni tanto a fare simpatiche figure, talvolta anche difficili, e questo ben si accorda con il carattere ilare dei testi di semba. Per chi volesse avere un'idea della musica e della danza del semba, è possibile iniziare a guardare questi video.

mercoledì 3 giugno 2015

Massimiliano Felice, il suo organetto diatonico e la musica tradizionale abruzzese

Aveva iniziato con la chitarra classica, ma poi ha scoperto che la sua passione era ed è l'organetto diatonico. Massimiliano Felice, abruzzese di nascita e romano d'adozione, ha iniziato lo studio dell'organetto diatonico a due bassi nel 2001, proprio negli anni in cui stava scoprendo la musica tradizionale abruzzese, da cui viene attirato sempre di più. Ed ecco allora che inizia un lavoro di studio dei canti popolari abruzzesi e delle tecniche di esecuzione della musica tradizionale abruzzese, uno studio che si svolge soprattutto sul campo, attraverso l'incontro con suonatori abruzzesi più anziani di lui. Intanto dall'organetto diatonico a 2 bassi passa all'organetto a 8 bassi, avviando una fase di perfezionamento e di ricerca su questo strumento. Massimiliano Felice da anni collabora con diverse band italiane, tra cui i Ratablò, con cui ha fatto uscire nel 2009 l'album Transubanda, i NeòsTrio, con cui ha pubblicato l'album NeòsTrio, la Nuova Orchestra SARM, con cui ha realizzato l'album Sponde, e i Blue Reed. Oltre al lavoro discografico, Massimiliano svolge anche un'intensa attività didattica facendo corsi in diverse scuole di Roma, Latina e dell'Abruzzo e tenendo dei seminari sulla musica da ballo abruzzese. Per chi volesse conoscere più da vicino Massimiliano Felice, questo è il suo sito, mentre qui è possibile ascoltarlo e vederlo in azione in diversi video.

martedì 2 giugno 2015

I DisCanto, la musica tradizionale d'Abruzzo

I DisCanto sono un gruppo musicale nato nel 1995 per iniziativa di Michele Avolio, cantautore attivo già dagli anni '70 del secolo scorso. Oltre a Michele Avolio, compositore, voce, chitarra, percussioni e bouzouki, del gruppo fanno parte anche Antonello Di Matteo, fisarmonica, organetto, zampogna e clarinetto, Elena D'Ascenzo, voce e chitarra, e Sara Ciancone, cori, violoncello e percussioni. Il repertorio del gruppo è costituito dalla musica tradizionale d'Abruzzo trasmessa per via orale di generazione in generazione, con canzoni d'autore in dialetto abruzzese; è un repertorio frutto di una ricerca etnomusicologica portata avanti negli anni sul campo,che ha fatto si che questo gruppo raccogliesse, della musica tradizionale abruzzese, i canti della mietitura, le incanate, le ninne nanne, le serenate, i salterelli e i canti a dispetto. Al lavoro di ricerca e di produzione musicale, i DisCanto uniscono anche un'attività sociale mirata all'integrazione sociale in tutti i quei luoghi e quei quartieri in cui se ne presenti un forte bisogno. Al loro attivo i DisCanto hanno circa 300 concerti non solo in Italia, ma anche in altri Paesi come Germania, Olanda, Francia e USA. Per chi volesse conoscere meglio questo gruppo abruzzese, questo è il loro sito, mentre qui è possibile ascoltarli e vederli in azione in alcuni video.

lunedì 1 giugno 2015

Anemamé, la musica popolare abruzzese

In Abruzzo esistono molti dialetti, come in ogni altra regione d'Italia, si sa, ma ce n'è uno che è riconosciuto in gran parte di questa regione regione del centr'Italia. E proprio lo studio di questo dialetto è alla base del progetto musicale Anemamé, nato nel 1999 a Sant'Eusanio del Sangro, in provincia di Chieti, da un idea di un cantante abruzzese doc, Claudio di Toro, che in quell'anno inizia a scrivere canzoni in questo dialetto. L'intento? Quello di recuperare, attraverso lo studio della lingua dialettale, le tradizioni e la cultura più arcaica della propria regione, per poi diffonderle attraverso la musica. E cosi, al centro del repertorio di Anemamé c'è la musica popolare abruzzese, in tutte le sue forme e le sue sfumature, anche se Claudio di Toro non disdegna poi di mixare la musica tipica della sua terra con altre sonorità, come quelle del rock e del reggae. E sempre attraverso la musica popolare abruzzese Claudio cerca anche di dare voce a 2 temi che gli stanno a cuore: le vicende delle persone più sfortunate e più svantaggiate e la cura e la salvaguardia dell'ambiente. Anemamé ha al suo attivo più di 500 concerti un po' in tutta Italia, diverse vittorie a vari concorsi di musica e 2 album: Shalom, del 2007, e Welcome to the green land, del 2011. Per chi volesse conoscere più da vicino Claudio di Toro e il suo progetto Anemamè, questo è il suo sito, mentre qui è possibile ascoltare in video alcune sue canzoni.