martedì 29 luglio 2008

Il vals criollo, la versione peruviana del valzer

A metà '800 dello scorso millennio arrivò in Perù il valzer viennese e da quel momento quel ritmo tutto europeo, personalizzato con elementi di musica tradizionale peruviana, divenne anche una delle musiche più ballate in tutto il Perù, ma soprattutto nella zona costiera di questo paese sudamericano. Nei locali della capitale, Lima, i valzer di Strauss vennero interpretati verso la fine del secolo scorso da orchestre come quella dell'Hotel Maury o del Palais Concert. Quasi subito qui in Perù il valzer prese il nome di vals criollo, dove "criollo" sta proprio ad indicare il fatto che si trattava di musica "non indigena". Alla cadenza ritmica del valzer austriaco furono mescolati dei ritmi provenienti dalla tradizione musicale peruviana. E anche il modo di ballare questo valzer cambiò rispetto allo stile e ai movimenti del valzer europeo. Piccoli passetti veloci e continue giravolte rendono più veloce e più movimentato questo ballo rispetto al valzer tradizionale. I principali strumenti che accompagnano le esecuzioni di vals criollo sono la chitarra, il mandolino, il laùd, il pianoforte, il sassofono, il clarinetto, il flauto traverso e alcune percussioni. Ecco alcuni importanti interpreti di vals criollo che hanno contribuito a fare la storia di questo genere musicale: Felipe Pinglo, Victor Correa, Pablo Casas, Manuel Covarrubias, Filomeno Ormeño, Alcides Carreño, Nicolas Wetzell, Laureano Martínez, Eduardo Márquez Talledo, Serafina Quinteras, Amparo Baluarte, César Miró, Sixto Prieto Franco, Pedro Espinel, Máximo Bravo, Ernesto Soto, Samuel Joya, Francisco Reyes Pinglo, Lorenzo H. Sotomayor, Augusto Rojas Llerena, Elsiario Rueda Pinto, Miguel Correa, Rafael Otero, Erasmo Díaz, Abelardo Núñez, Chabuca Granda, Mario Cavagnaro, Adrián Flores Alván, Adalberto Oré Lara, Jorge Huirse, Lucha Reyes, Augusto Polo Campos, Emilio Peláez Montero, Alicia Maguiña, Félix Pasache, Pedro Pacheco, Juan Mosto e José Escaidillo. Per chi volesse ascoltare un po' di vals criollo, questi sono alcuni video in cui si può apprezzare musica e ballo di questo genere musicale.

Renacer, l'album di ritorno dei DLG, con un mix di salsa e reggaeton

Dopo anni di assenza dal panorama della musica latina, i DLG (Dark Latin Groove) ritornano con una nuova vocalist e un nuovo cd. La prima si chiama Miss YaYa e sostituisce l'ex vocalist del gruppo, Huey Dunbar, mentre il secondo si intitola Renacer, nome che dice tutto sul significato di questo nuovo cd dei DLG. Nell'album si possono ascoltare 11 brani, tra cui alcuni vecchi successi cantati dal vivo, come La quiero a morir, Juliana e No morirá, e canzoni nuove come Quiero decirte que te amo, Toro mata e Conmigo quédate. Quest'ultima canzone rappresenta uno dei più nuovi esperimenti del gruppo, l'aggiunta del ritmo del reggaeton alle sonorità tipicamente più loro come quelle della salsa e del reggae. Questa la tracklist completa del nuovo cd:
1. Quiero decirte que te amo
2. Toro mata
3. Pero me acuerdo de ti
4.
Conmigo quédate
5. El sue
ño se acabó (tal vez)
6. No soy esa mujer
7.
No morirá
8. Muévete
9. Volveré
10. La quiero a morir
11. JulianaQui è possibile trovare il nuovo cd dei DLG.

I DLG, il gruppo di salsa di Porto Rico esploso a New York

I DLG (Dark Latin Groove) sono una band di salsa nata a Porto Rico negli anni '90 del secolo scorso ed esplosa poi a New York. Nel repertorio musicale di questo gruppo la salsa la fa da regina, anche se non mancano influenze di altri ritmi come quello del reggae, dell'hip hop e, solo più recentemente, del reggaeton. In origine nel gruppo c'erano Huey Dunbar, James "Da Barba" De Jesús e Wilfredo Crispín. L'album che segnò il debutto di questa band uscì nel 1996 e aveva il loro stesso nome: DLG. Nella tracklist di questo album c'erano No morirá e Todo mi corazón, 2 canzoni che ebbero un notevole successo sia in America Latina che negli USA. Il secondo album dei DLG, Swing on, fu un altro grande successo, con il doppio delle copie vendute rispetto al primo cd. Anche qui c'erano 2 canzoni che hanno fatto ballare per anni milioni di persone in tutto il mondo: La quiero a morir e Juliana. Segue l'uscita di Gotcha, altro album di successo che conteneva la canzone Volveré, un'altra di quelle poi ballate innumerevoli volte dagli appassionati di musica latinoamericana di tutto il mondo. Nel 2000 è la volta della prima raccolta di grandi successi, Greatest Hits; ma nello stesso anno il vocalist Huey Dunbar decide di lasciare il gruppo per iniziare un percorso da solista. Questo abbandono segna un momentaneo arresto dell'attività dei DLG, periodo nel quale tuttavia escono due raccolte con alcune delle loro canzoni più famose, Serie Azul Tropical, nel 2003, e Lo Esencial, nel 2004. Solo l'anno scorso il gruppo ha deciso di ritornare sul palcoscenico della salsa mondiale, con la nuova vocalist Miss YaYa. Il titolo dell'album della rinascita dei DLG, Renacer, è oltremodo esplicativo delle sue intenzioni. L'album contiene sia vecchi successi dei DLG sia brani nuovi che mescolano la salsa con il reggaeton. Qui è possibile vedere alcuni video dei DLG, mentre qui si possono trovare i loro cd.

giovedì 24 luglio 2008

Roberto Durkovic e i Fantasisti del metrò, la musica tzigana che viene dall'Italia

Lui ha madre italiana e padre cecoslovacco, ha iniziato a suonare circa 20 anni fa cantando Guccini nei locali di Milano. Dopo un avvicinamento al Club Tenco e una segnalazione al premio della critica Sanremo Nuovi Talenti, pubblica i suoi 2 primi cd. Ma la svolta nel suo percorso musicale avviene quando un giorno incontra dei musicisti rumeni che suonano musica tsigana in metrò per guadagnarsi da vivere. Da quel momento è iniziata con loro una collaborazione che ha portato Roberto Durkovic a fondare una band, i Fantasisti del metrò, che fa musica tsigana e che vede Roberto alla voce e alla chitarra classica, Massimiliano Alloisio alla chitarra classica, Adrian Dumitru alla chitarra acustica, Lupu Minel al contrabbasso, Costantino Vorniku alla fisarmonica e Dario Tanghetti alla batteria. Con questa band Roberto Durkovic ha già pubblicato 3 cd, Benvenuti santi musicisti, Indaco e sabbia e Semplicemente vita, e ha messo in piedi uno spettacolo musicale intitolato La bella strada, che racconta in musica la storia dell'incontro con i suoi amici rumeni. Oltre alla musica tsigana, i Fantasisti del metrò, in cui hanno dato il loro contributo anche musicisti cileni, ucraini e spagnoli, si aprono anche ad altre tradizioni musicali europee. La band s'è anche esibita, nel 2004, in Piazza San Pietro dinnanzi a Papa Giovanni Paolo II in occasione di un incontro del pontefice con i giovani nel 2004. Nell'ultimo album, Semplicemente vita, spicca il ritmo tsigano, anche se non mancano sonorità sudamericane, influenze di cantautorato italiano, spunti di jazz e di flamenco, e brani sentimentali, che raccontano altre esperienze umane vissute sulla strada, il luogo dove la musica dei Fantasisti del metrò ha avuto origine. Per conoscere meglio Roberto Durkovic e i Fantasisti del metrò, qui li si può ascoltare e vedere in azione in molti video.

lunedì 21 luglio 2008

Pa'lante, il nuovo album di Willy Chirino

E' uscito da poco il nuovo album di Willy Chirino, Pa'lante, in cui il cantante cubano sembra voler mandare un messaggio pieno di ottimismo e un invito al protagonismo nella vita, sia privata che sociale. Vi sono brani intrisi di passione, come Bailarina, e brani dove l'accento è posto più su riflessioni di carattere politico e sociale. L'album contiene anche un omaggio ad alcune delle voci più importanti della salsa, da Celia Cruz a Oscar de Leon, che fanno vibrare la loro voce nel primo brano dell'album, Los Campeones de la Salsa. Oscar de Leon lo si può ascoltare anche nel brano Lo que està pa’ ti. Da apprezzare anche il tentativo di Willy Chirino di mescolare la salsa con altre sonorità latine, come la cumbia e il reggaeton, e l'inserimento di 2 boleri nel disco. Ma ecco la tracklist completa del nuovo album di Willy Chirino:
1. Los Campeones de la salsa
2. Pa'lante
3. Por el mismo camino
4. Bailarina
5. Lo que està pa'ti
6. Algarabia
7. Hay amores
8. Me negaràs tres veces
9. Fue la musica
10. Es tu vida
11. El ultimo bolero
12. Trece de Julio (El mar nos une)
13. Que se vaja ya!
14. Hay amores (versione pop)
15. Pa'lante (versione pop)
Qui è possibile trovare il nuovo cd di Willy Chirino.

Petar Grašo, importante cantautore croato

Petar Grašo è un cantautore croato che ha iniziato la sua carriera scrivendo testi per altri cantanti. Tra questi alcuni brani che ebbero successo fin dai primi anni '90 del secolo scorso e che erano interpretati soprattutto da Oliver Dragojevic. Nel 1996 Petar decide di iniziare a interpretare da sè alcune sue canzoni e inizia con Otkada nije mi tu. Comincia a partecipare ad alcuni festival e concorsi musicali, soprattutto in Croazia, anche se poi il suo successo travalicò i confini croati per arrivare anche in altri paesi della penisola balcanica. Spesso, in molti di questi festival, ottenne importanti riconoscimenti. Con la canzone Trebam Nekoga, la sua popolarità in terra balcanica esplode. Segue il lancio di un altro singolo di successo, Idi. Nel 1997 esce il suo primo album, Mjesec iznad oblaka, che contiene la canzone Volim i postojim. Altre canzoni note di questo cantante sono Lomi me e Ljubav jedne zene. La sua discografia è molto ricca, e tra i suoi dischi due tra i più importanti sono Utorak e Sporke rici. Per conoscere meglio Petar Grašo, questo è il suo sito, mentre qui è possibile ascoltare in video altre sue canzoni ancora.

Goran Karan, rock e pop croato

Goran Karan è uno degli esponenti di spicco della musica croata. Nato a Belgrado nel 1964, ha incominciato a fare musica negli anni '80 del secolo scorso, esibendosi con diversi gruppi locali, tra cui Epicenter, Deveti Krug, Zippo e Big Blue. Con quest'ultima band ha raggiunto uno dei primi momenti di successo nel 1995 con la canzone Priznaj Mi, che fu il brano di rock croato più ascoltato dell'anno. Seguì la pubblicazione dell'album Sarajevski krug, registrato sia in croato che in inglese, che portò i Big Blue in giro per il mondo a fare concerti. Ma la sua carriera da solista, Goran Karan la iniziò nel 1997, e dopo un paio d'anni pubblicò il suo primo album da solista, Kao da te volim, frutto della collaborazione con il compositore Zdenko Runjic. Questo fu uno dei dischi più venduti di sempre sul mercato musicale croato. Tra le canzoni di maggior successo di questo album si possono citare Prozor kraj djardina e Lipa si, Lipa. Nel 2000 uscì un'altra canzone poi molto ascoltata in tutta la croazia, Ja sam samo vagabundo, che precedette l'uscita del suo secondo album, Vagabundo. All'interno di questo disco v'era la canzone Stay with me, la cui versione originale ebbe molto successo in Turchia. Di seguito Goran Karan pubblicò altri 3 dischi, tra cui una raccolta di alcuni dei suoi più grandi successi, chiamata Dalmatinske suze, l'album Ahoj, con il singolo omonimo, e il disco Od srca do usana, il cui singolo di lancio era Bijele zastave. L'ultimo suo disco è uscito quest'anno e si intitola Dite Jubavi. Goran Karan ha sempre fatto rock e pop, cercando le radici della sua musica nella tradizione musicale folk dalmata. Numerose sono le sue partecipazioni, cosi come i premi vinti, ai festival e alle principali manifestazioni musicali della Croazia. Per conoscere meglio Goran Karan, questo è il suo sito, qui si possono trovare i suoi cd, mentre qui è possibile ascoltare in video altre sue canzoni ancora.

Šaban Bajramović, il re della musica gitana

E' stato uno dei più grandi interpreti della musica gitana. Šaban Bajramović è nato nel 1936 a Niš, in Serbia, e, a causa della guerra e della povertà, non potè frequentare la scuola, tanto che crebbe pressoché analfabeta. All'età di 19 anni, disertò l'esercito per amore di una ragazza e dovette passare 5 anni e mezzo nel carcere di isolamento di Goli Otok su un'isola dell'Adriatico. Il carcere divenne per lui un luogo non solo di maltrattamenti e pestaggi, ma anche di studio intenso e di prolungate letture, dove non solo imparò quelle cose che non aveva potuto imparare a scuola, ma si inoltrò anche nel campo musicale, imparando a leggere le note e a suonare il contrabbasso. Mentre era in carcere, fondò una band con altri carcerati, con cui faceva musica jazz, musica spagnola e messicana, e cantava canzoni di Amstrong e Sinatra. Šaban Bajramović registrò il suo primo album nel 1964, e da allora egli ha composto e cantato circa 700 canzoni, ha pubblicato 20 album e più di 50 singoli. Negli anni '60 e '70 del secolo scorso ha girato il mondo con la sua band Crna Mamba. Invitato da Nehru e Indira Gandhi in India per una serie di concerti, egli fu definito il "re della musica gitana". Con la sua voce e la sua poesia è stato uno dei più autorevoli rappresentanti della cultura rom in tutto il mondo. Importanti artisti di oggi, come Goran Bregovic, devono parte della loro ispirazione e della loro produzione artistica a questo grande artista serbo. Purtroppo quest'anno Šaban Bajramović è morto, vittima di un infarto, lasciando 4 figli e 12 nipoti. Per approfondire la conoscenza di Šaban Bajramović, questo è il suo sito, mentre questi sono alcuni video dove lo si può ancora ascoltare in molte sue canzoni.

Antonio Mejias, grande cantaor di flamenco

Antonio Mejias è un valente cantaor di flamenco, capace di trasmettere forti emozioni a chi lo ascolta durante le sue esibizioni. Nato nel 1979 a Montilla, Córdoba, da famiglia di umili origini, inizia a cantare flamenco a 4 anni, come cantante del coro Virgen de Belén de Montilla. A causa di problemi alla vista, all'età di 22 anni, deve trasferirsi a Priego de Córdoba, dove inizia a lavorare come venditore di biglietti della lotteria nazionale, aiutato dall'ONCE, l'associazione nazionale spagnola dei nonvedenti. Continua tuttavia a coltivare la propria passione per il flamenco, esibendosi nelle feste paesane, soprattutto nel quartiere di Escuchuela de Cerrillo de San José. Dal 2000 inizia a partecipare a concorsi di flamenco, e riesce ad ottenere diversi riconoscimenti. Inoltre inizia a girare l'Europa per fare concerti in Francia, Italia, Svizzera e Inghilterra. L'anno scorso è uscito il suo primo disco, Amores Ocultos, in cui canta poesie di Paco Romero, poeta di Valdepeñas. In questo album, accompagnato dalle chitarre di Antonio Carrión e Pedro Sierra, interpreta diversi palos di flamenco e stili musicali: tangos, bulerías, alegrías, seguidillas, mineras, fandangos, petenera, soleares, granaínas, e altri ancora. Alla sua profonda conoscenza musicale del flamenco, Antonio Mejias unisce una grande vena sperimentale, uno spessore poetico non comune e una partecipazione emotiva molto intensa nelle sue esibizioni. Per conoscerlo meglio, questi sono alcuni video dove lo si può vedere all'opera e, soprattutto, ascoltare.

Julio Voltio, alle radici del reggaeton per le strade di Porto Rico

Julio Voltio è un rapper portoricano che si sta affermando come uno dei giovani reggaetoneros di maggior successo nel panorama latinoamericano. Il suo vero nome è Julio Ramos Filomeno, ma dopo che egli prese una forte scossa facendo l'elettricista per campare, gli altri iniziarono a chiamarlo Corto Circuito e Voltio, e quest'ultimo divenne il nickname fisso di Julio. Egli iniziò a fare rap intorno all'età di 14 anni, accanto a Hector “El Bambino” e Rey 29, che insieme a lui formarono il trio Masters of Funk. Suonarono insieme per 3 anni, e, anche se non hanno pubblicato nessun album, essi furono tra i protagonisti della scena di musica urban e underground di Porto Rico, da cui poi è nato il reggaeton. Nel 1997 Voltio iniziò a duettare con Karel, e i loro brani finirono in alcune compilation di quel periodo. Fu solo nel 2003 però che essi riuscirono a far uscire il loro album d'esordio Los Dueños del Estilo. In seguito all'incontro con Tego Calderon, Julio Voltio proseguì la carriera da solo e fece uscire il primo album tutto suo, Voltage A/C, che contiene canzoni poi diventate abbastanza famose come Julito Maraña e Bumper. Nella sua carriera ha anche partecipato con suoi pezzi di rap in alcuni brani di salsa, come Mi Libertad e la versione portoricana di Locos interpretata da Andy Montañez. L'anno scorso è uscito il suo ultimo album, En Lo Claro. Per conoscere meglio Julio Voltio, questi sono alcuni video con altre sue canzoni, mentre qui è possibile trovare i suoi cd.

giovedì 17 luglio 2008

Nu Braz, il progetto musicale che unisce bossa nova e musica italiana degli anni '50 e '60 del secolo scorso

Si chiama Nu Braz ed è un progetto ideato da Emmanuele Cucchu, cantante, musicista e dj. Il nome del progetto deriva dal nome del quartiere degli immigrati italiani a San Paolo, Braz, luogo in cui si conservano antiche e ricche tradizioni italiane. E proprio la scelta del nome chiarisce l'intenzione originaria di Emmanuele: dimostrare la vicinanza e anche le molte somiglianze tra popolo italiano e popolo brasiliano unendo in un mix virtuoso la musica brasiliana (bossa nova, jazz e lounge brasiliani) e una parte della tradizione musicale italiana degli anni '50 e '60 del secolo scorso, periodo di forte immigrazione in Brasile da parte di italiani. Nel 2006 esce Sonho Bossa, il primo grande successo di questo progetto, in cui Emmanuele Cucchu può vantare la collaborazione con Dilene Ferraz e Jose Mascolo, che è stato pianista del padre di Emmanuele nella Riverside Jazz Band, e pianista e arrangiatore di artisti del calibro di Toquinho e Fred Bongusto. Il gruppo Nu Braz arriva fino a 6 elementi quando si esibisce dal vivo e vuole riproporre durante i suoi concerti i grandi pezzi della storia musicale brasiliana, riarrangiati in chiave moderna, e talvolta avvicinati alla tradizione musicale italiana. Tra i brani di maggior spicco interpretati da Nu Braz vi sono Sonho Bossa, Aeromoça, Borboleta Da Cidade, Roda, e Donna, un brano di Gorni Krames, cantato in 2 versioni a ritmo di bossa nova, in italiano e brasiliano. Per approfondire la conoscenza di Nu Braz, qui si possono trovare i suoi cd, mentre qui è possibile vedere alcuni video con sue canzoni.

Marcela Morelo, il mix tra pop e musica tradizionale argentina

Marcela Morelo è nata a Buenos Aires in Argentina nel 1969, e fin da piccola la sua vita è stata caratterizzata dalla passione per la musica. Ha iniziato a studiare chitarra classica a 7 anni, cimentandosi con la musica folcloristica del suo paese. Il suo debutto discografico avviene nel 1997, quando esce il suo primo album Manantial, con canzoni scritte di suo pugno. Le canzoni di quell'album le porta in giro un po' per tutto il mondo, cantandole non solo in America Latina, ma anche in Italia, Spagna e Romania. A quel primo album ne seguono tanti altri, tra cui Eclipse, del 1999, Tu Boca, del 2001, Invisible, del 2003, e Morelo 5, del 2005. L'ultimo cd di Marcela Morelo è stato Fuera del Tiempo, uscito nel 2007 e contenente una raccolta dei suoi più grandi successi registrati dal vivo. Tra le canzoni più famose della cantante argentina Para Toda La Vida, Luna Bonita, La Fuerza Del Engaño e Corazón salvaje. Tra le sue performances live più importanti, quelle in cui ha condiviso il palco con Celia Cruz, Chichi Peralta, Diego Torres e Joan Manuel Serrat. Il suo punto di forza è stata la fusione tra la musica popolare argentina e il pop moderno, anche se la presenza della componente più tradizionale si nota soprattutto nei suoi primi lavori discografici. Per conoscere meglio Marcela Morelo, questo è il suo sito, mentre questi sono alcuni video con altre sue canzoni ancora.

Gli Agricantus, gruppo siciliano di musica etnica

Gli Agricantus sono un gruppo siciliano di musica etnica nato a Palermo nel 1979. L'idea originaria è stata di Mario Rivera, Tonj Acquaviva e Mario Crispi. Fin dall'inizio, l'idea portante del gruppo è stata quella di far rivivere tradizioni musicali locali di diversa provenienza e, talvolta, di intrecciarle fra di loro senza snaturarne la loro originalità. Oltre ai 3 fondatori, fanno parte di Agricantus anche Giuseppe Fanzeca, Lutte Berg e Rosie Wiederkehr. Essi, soprattutto grazie alla versatilità della cantante svizzera Rosie Wiederkehr, cantano in molte lingue, dal tedesco al dialetto siciliano. I loro album di esordio sono stati Gnanzù e Viaggiari, in cui si trova un genere musicale a metà strada tra la musica etnica, l'mabient e il trance. Uno dei loro più grandi successi è stato Tuareg, album registrato nel deserto del Mali, che contiene le voci originali dei Tuareg che vivono in quella regione e il suono originale degli strumenti tradizionali del posto. Nel 1998 esce poi Kaleidos, che costituisce un percorso di ricerca delle radici della musica classica, che contiene brani tratti dalle opere di Grieg, di Paganini, di Brahms e di Luciano Berio. L'anno successivo pubblicano negli USA l'album Best of Agricantus, che ottiene un grande successo nelle programmazioni radiofoniche statunitensi, e che poi verrà distribuito anche in Canada, America Latina, Australia e Giappone. Segue l'uscita di Faiddi, raccolta live di alcuni loro successi, che fungerà anche come colonna sonora della mostra fotografica On their side, organizzata dall'UNICEF per il decimo anniversario dell'approvazione della Convenzione sui diritti dell'infanzia. Del 2001 è invece l'album Ethnosphere, un percorso pieno di mistica tra Tibet e Mediterraneo, mentre l'anno successivo con i proventi del singolo Jamila, contribuiscono a finanziare la campagna di aiuti sanitari alla Sierra Leone promossa da Emergency. In collaborazione con la Commissione Europea, sono tra i protagonisti di uno scambio culturale in Siria, dove si esibiscono ad Aleppo e Damasco insieme a musicisti locali. L'ultimo loro album si chiama Habibi, contenente due canzoni inedite, Habibi e Anima, alcune esecuzioni live e tracce di progetti solisti dei componenti del gruppo. Per conoscere meglio gli Agricantus, questo è il loro sito, mentre questi sono alcuni loro video.

lunedì 14 luglio 2008

La musica dei pigmei Aka della Repubblica Centraficana

Tra i pigmei Aka della Repubblica Centraficana, la musica non è un'arte da imparare, ma un elemento che fa parte della vita quotidiana e che viene vissuto fin da quando uno nasce. Quando uno nasce, muore o si sposa, allora si suona, si canta e si balla. Quando si deve andare a caccia, o dalla caccia si ritorna, allora si suona, si canta e si balla per propiziare una buona caccia o per festeggiare il ritorno dei cacciatori. Quando ci si deve spostare da un posto all'altro, in una vita che è nomade, o seminomade, allora si suona, si canta e si balla per celebrare quell'importante momento della vita sociale. Eppure la musica Aka, in questa sua naturalità, ha delle peculiarità formali e qualitative non da poco. Tra queste la ripetizione di un ben preciso schema melodico, e la fusione di diversi timbri vocali. Cosi come si può riconoscere nelle esecuzioni musicali degli Aka una notevole complessità polifonica e un grande spazio dato all'improvvisazione. Queste caratteristiche furono apprezzate addirittura dai faraoni egiziani, che chiamavano questi pigmei a corte per allietare le loro feste. Ed esiste anche un coro di pigmei Aka che ogni tanto gira per il mondo per far conoscere la propria cultura e la propria tradizione musicale. E' il coro Nzamba Lela, composto da 15 musicisti pigmei Aka. Qui è possibile trovare alcuni cd di musica Aka, mentre qui si può ascoltare questo genere musicale in alcuni video.

mercoledì 9 luglio 2008

Il huayño, musica popolare andina diffusa in Perù, Bolivia e Argentina

Il huayño, o huayno, è una delle musiche popolari andine più diffuse, le cui origini vanno ricercate nella musica delle Ande del periodo precolombiano. Questa è stata la musica più suonata e più ballata durante l'impero degli Incas, e da sempre ha costituito un modo per esprimere attraverso il canto e la danza uno stato d'animo di allegria e di gioia. Oggi essa continua a essere suonata e ballata in Perù, Bolivia e Argentina, ma il huayño in questi 3 paesi può assumere forme diverse, che possono manifestare l'influsso di altre tradizioni musicali locali. Spesso le odierne forme di huayño sono il risultato di una combinazione della musica tradizionale della campagna con la musica dance urbana delle periferie delle grandi città. Nel ritmo del huayno si possono riconoscere le 3 battute su cui si basa tutta la sua costruzione musicale, ma è sulla prima battuta che viene posto l'accento. I gruppi che fanno huayño utilizzano diversi strumenti, tra i quali il flauto, singolo o multiplo, un tipo di flauto tipico che si chiama quena, l'arpa, il charango, il violino, la chitarra, l'armonica e il mandolino, mentre nelle band più recenti vengono talvolta usati anche la fisarmonica, il sassofono e la tromba. La danza che si balla con il huayño ha un'evoluzione ben precisa. All'inizio l'uomo offre la sua mano destra alla donna per invitarla a ballare. Dopo di che, l'uomo pone il suo fazzoletto sulla spalla della donna e entrambi iniziano a camminare formando un cerchio, e poi alla fine iniziano a ballare insieme. Durante il ballo, l'uomo segue la donna standole di fronte e girandole attorno, talvolta toccandola con le sue spalle, talvolta sfiorando con la sua mano destra la mano sinistra della donna. Per rendersi conto di cos'è il huayño e per vederlo ballare, qui è possibile vedere alcuni video con questo tipo di musica.

Augusto Enriquez y su Mambo Band, il ritorno del mambo cubano

Il suo grande merito è quello di aver rispolverato e fatto riesplodere i grandi mambo cubani degli anni '40 e '50 del secolo scorso, che costituiscono un pezzo importante della storia della musica cubana. Augusto Enriquez è nato a l'Havana e nel 1993, mentre stava concludendo il corso universitario di medicina nella sua città, è stato chiamato come vocalist nel gruppo musicale Moncada. Da lì ha avuto inizio la sua carriera musicale, che lo ha portato a suonare in molte importanti manifestazioni e festival di musica folk e jazz in tutto il mondo. Ha fatto concerti in innumerevoli piazze e teatri di città latinoamericane, europee e africane. In Italia, a partire dagli anni '90 del secolo scorso, ha anche partecipato come musicista a diverse trasmissioni televisive. Nel 1998 ha inciso, con il gruppo Moncada, Fundar Una Esperanza e Moncada No Como Cayman. Invece il suo primo disco da solista è Solo Para Mi, che ha visto la collaborazione di Phil Manzanera e Vince Tempera. A seguire è uscito l'album Cuando Yo Sea Grande, vincitore del premio Cubadisco nel 1999. Sempre in quell'anno Augusto Enriquez ha pubblicato il suo terzo disco, Carambola, un excursus nella musica cubana degli anni '40 e '50 del secolo scorso. Dal 2000 suona con la sua Mambo Band. Recentemente è uscito l'ultimo suo disco, Maracaibo Oriental, che contiene due duetti preziosi in cui è possibile riascoltare la voce di Omara Portuando e di Benny Morè, e una inedita registrazione di Chitarra Romana, arrangiata a danzon cubano, eseguita in duetto con Pavarotti nel Pavarotti & Friends del 2002. Per conoscere meglio Augusto Enriquez, questo è il suo sito, qui è possibile trovare i suoi cd, mentre qui è possibile ascoltare in video alcune sue canzoni.

martedì 1 luglio 2008

Esma Redzepova, una stella della musica rom

E' una figura quasi simbolica, Esma Redzepova, la cantautrice macedone diventata regina della musica rom. Esma è nata nel 1943 a Skopje, capitale della Macedonia, ed era la penultima di 6 bambini. Nel suo sangue scorre la linfa di diverse radici e tradizioni, avendo una madre musulmana turca, un padre serbo albanese, una nonna ebrea irachena e un nonno rom cattolico. Esma si è nutrita di musica fin dalla culla, in quanto nella sua famiglia la musica, il canto e la danza erano delle pratiche quasi quotidiane. All'età di 9 anni fu portata da uno dei suoi fratelli ad un'organizzazione di musica rom, e lì la piccola Esma potè imparare velocemente ritmi e tecniche della musica rom. Pochi anni più tardi, mentre lei viveva nell'insediamento rom di Sutka, vicino a Skopje, fu invitata a cantare a un concorso musicale trasmesso su Radio Skopje. In quell'occasione, non solo vinse il concorso, ma incontrò Stevo Teodosievski, che poi divenne il suo manager, il leader dell'orchestra che avrebbe accompagnato Esma in tanti suoi concerti, ma, soprattuo, suo marito. Da allora Esma Redzepova ha realizzato 108 singoli, 20 album, 32 audiocassette, 15 cd e ha partecipato a 6 film. Con questi lavori, più di 580 in tutto, ha vinto 2 dischi di platino, 8 d'oro e 8 d'argento. Tra i suoi successi più importanti, da menzionare l'album Queen of the Gypsies e la canzone Chaje Shukarije. La stragrande maggioranza dei brani che ha cantato sono stati scritti da lei stessa o da suo marito. Ha fatto più di 15.000 concerti in tutto il mondo, cantando in 20 lingue diverse. Nel 1976, nel Festival della Musica Rom in India, fu incoronata Regina della Musica Rom. Pur essendo ambasciatrice della musica rom, Esma ha sempre rifiutato la teoria secondo cui i Rom hanno una predisposizione naturale alla musica, e quindi sarebbero per motivi di razza più bravi di altri. Secondo l'artista di Skopje l'essere umano, ogni essere umano, inizia a cantare per cercare di dimenticare i suoi problemi, e quindi ogni essere umano può fare buona musica, senza che ci siano etnie avvantaggiate su altre. Accanto al suo lavoro musicale, Esma Redzepova ha da sempre speso tante energie per aiutare le persone in difficoltà che trovava lungo il suo cammino. Pur non avendo avuto figli naturali, ella ha adottato 5 bambini, ed ha cresciuto, insieme a suo marito, 47 bambini abbandonati, soprattutto rom e macedoni. Ha costruito diverse scuole e centri di assistenza e di animazione, soprattutto per bambini, tra cui una scuola di musica e una di arti e tradizioni locali. Questo anche per diffondere la cultura rom, e per farla meglio conoscere, consapevole che la conoscenza è una della armi migliori contro ogni intolleranza. Dei suoi concerti, ben 2.000 sono stati organizzati per beneficienza. Per il suo impegno a favore del suo popolo, Esma Redzepova è stata candidata per 2 volte al Premio Nobel per la Pace, e nel 2004 l'Organizzazione Internazionale dei Rom l'ha eletta Ministro della Cultura Rom. Per conoscere ancora meglio Esma Redzepova, qui si possono trovare alcuni suoi cd, mentre questi sono alcuni video con altre sue canzoni.