martedì 22 settembre 2009
Il rebetiko, o rebetika, la musica greca anarchica degli emarginati
Pare che il nome rebetiko, o rebetika, derivi dalla parola turca rembet, che significa "fuorilegge". Già questo incomincia a far capire qualcosa sulle origini di questo genere musicale, che si diffuse in Grecia all'inizio del secolo scorso, quando, dopo la sconfitta dei greci in Turchia, milioni di greci dell'Asia Minore furono costretti a trasferirsi in Grecia. Essi andarono a vivere nelle baraccopoli intorno alle grandi città, insieme agli emarginati che già le popolavano. Lì, nei tekedes, ritrovi musicali dove si fumava e si beveva, e nei cafè aman, caffè musicali di origine mediorientale, si suonvano e si cantavano rebetikos, con l'accompagnamento strumentale del bouzouki, delle baglamàs, delle tzouràs, della chitarra e del violino. Nei rebetikos si parlava di amore, di emarginazione, della difficoltà della vita, e si cantava contro il potere costituito. E' questo aspetto anarchico e anti-sistema che costituisce uno degli ingredienti più importanti del rebetiko. A causa del contenuto dei suoi testi, il rebetiko, ora considerata una musica popolare e tradizionale greca, fu addirittura censurato per un certo periodo di tempo, prima della seconda guerra mondiale, sotto il generale Metaxas, per i suoi testi che erano considerati volgari e pericolosi. I rebetes, coloro che cantano e suonano rebetikos, sono anti-conformisti che spesso parlano in slang e che stanno dalla parte degli emarginati e dei poveri, anche se talvolta essi non lo sono. Tra i rebetes più importanti della musica greca vi sono Markos Vamvakaris, considerato il padre della rebetika, di cui si possono vedere alcuni video qui, Vassilis Tsitsanis, che si può ascoltare e vedere in questi video. Altri cantanti famosi di rebetiko sono Kaldaras, Hiotis, Papaioannou, Bellou, Dalaras e Payumptzis. Per chi volesse conoscere meglio il rebetiko, o rebetika, questi e questi sono alcuni video in cui lo si può ascoltare.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento